La street art e i muri di cemento

Una recente sentenza (maggio 2022) del Tribunale di Torino ha posto un altro tassello giuridico sulla controversa questione della street art e la sua relazione con il reato di cui all’art. 639 del codice penale, rubricato come “Deturpamento ed imbrattamento di cose altrui”.
BLU è un noto writer e artista europeo.
Nel 2015 veniva sorpreso, in Val di Susa, mentre realizzava un grande murale in un sottopasso ferroviario: la sentenza descrive il murale come un treno-serpente che si morde la coda, evidente critica alla TAV Torino-Lione.
La decisione è lineare nell’affrontare il caso mediante quel parametro di giudizio esterno alla coscienza giuridica del giudice cui rapportare la presente fattispecie: per sentenziare (positivamente o negativamente) sui verbi “deturpare” o “imbrattare” il riferimento dev’essere, se non tanto all’arte, alla qualità estetica dell’opera.
L’apprezzamento artistico è, senza dubbio, un giudizio valoriale caratterizzato da notevoli difficoltà concettuali e soggetto ad interpretazioni mutevoli nel tempo e nella forma, ma, nel caso di specie, il Giudice è stato anche supportato da un’intelligente strategia difensiva, realizzatasi nella testimonianza del Prof. Tomaso Montanari che ha portato la propria indubbia competenza nel settore.
Alla fine, la sentenza ha concluso con l’assoluzione dell’artista, negando “l’alterazione in senso peggiorativo della cosa altrui” e negando al muro di cemento…una dignità artistica che, invece, ha riservato “all’opera firmata dalla mano di un artista di fama” sul medesimo muro.
Avv. Massimo Stefanutti
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